Era dei dati, chi li sfrutta meglio vince?

Da diverso tempo è in atto una trasformazione del web.

Il web inteso come insieme di informazioni, o meglio, insieme di documenti tra loro collegati sta evolvendo verso un web inteso come un insieme di dati tra loro collegati.

Nel web di documenti le informazioni sono esposte in modo da renderle perfettamente human-friendly, nel web di dati connessi le informazioni sono prevalentemente esposte in forma machine-friendly nel rispetto di standard come RDF, XML, JSON.

Ma perchè questa necessità? semplice, gli essere umani non riescono più da diverso tempo a gestire la grossa mole di informazioni che regna su internet e si stanno attrezzando per delegare la gestione alle macchine. Considerando poi che i dati costituiscono una grossa fonte di ricchezza, pare evidente che chi li gestisce meglio  avrà anche un ritorno economico non indifferente.

Ed è così che nascono tematiche come: Opendata, linkedOpenData, BigData, Internet of Things…

In realtà questa trasformazione prevede anche un’altra grande caratteristica: la capacità di interconnettersi con altre realtà siano esse pubbliche o private. Infatti, per far in modo che le grosse quantità di dati abbiano un senso, è necessario individuarne il contesto. Per individuare il contesto su cui opera un dato è necessario creare una connessione verso un altro dato.

In poche parole ogni singola entità, oltre a saper gestire le informazioni, deve anche essere in grado di interconnettersi con altre entità ed adottare standard comuni.

apertura vs chiusura

Molte grandi aziende hanno ormai iniziato ad adottare politiche di apertura verso il mondo esterno (condivisione dati, api per sviluppatori, utilizzo standard comuni). Molte altre, invece, mantengono comunque una linea di completa chiusura verso il mondo esterno custodendo gelosamente i propri dati.

Chi tra queste aziende avrà ragione, scriverà la storia.

OpenData, alcuni passi avanti

Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un interessamento globale nei confronti degli OpenData.

opendataIl 18 giugno del 2013 i big del G8 firmarono la carta dei dati aperti (open data charter) con lo scopo di definire principi strategici per migliorare la qualità e la quantità dei dati aperti nei paesi membri del G8.

carta dei dati aperti

In Italia, a poco alla volta, sempre più amministrazioni si stanno attrezzando per valorizzare il proprio patrimonio informativo pubblico.

Il progetto Open Data Census Italia permette il monitoraggio della situazione dei dati aperti su scala nazionale attraverso i principali dataset:

  • trasporti in tempo reale

  • budget annuale

  • spese

  • risultati elettorali

  • qualità dell’aria

  • orari trasporti

  • edifici pubblici

  • statistiche criminalità

  • contratti pubblici

  • ispezione sanitarie alimentari

  • incidenti stradali

  • permessi di costruzione

  • richieste di servizio (richieste di interventi da parte dei cittadini)

  • permessi attività commerciali

  • registro imprese

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OpenData: un opportunità a costo zero ed una cattiva gestione

Negli ultimi anni stiamo assistendo ad una vera e propria rivoluzione delle tecnologie informatiche dovuta sopratutto alla distribuzione ed al successo dei dispositivi mobile.

Questi dispositivi diffondono, infatti, applicazioni informatiche di qualsiasi tipo che permettono la condivisione, il recupero e la lettura di dati in qualsiasi momento della propria giornata.

Mai come oggi è quindi necessario conoscere e diffondere la cultura degli OpenData come opportunità di innovazione locale e sviluppo territoriale: il proliferare dei dispositivi mobile renderanno più facile ed economico la lettura di questi dati.

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